00 24/06/2008 14:19
Più sicurezza sulle strade, ma senza eccedere in divieti
In questi giorni è tornata alla ribalta l’emergenza stragi del sabato sera. Da Ravenna è il Sindaco Matteucci (PD) a lanciare una crociata contro queste stragi che affliggono la Riviera romagnola, incontrando e sposando le proposte avanzate dal ministro Giovanardi. L’idea dell’inedito binomio è semplice: inasprire la Legge 160 (che vieta la vendita di alcolici dopo le 2 di notte per le discoteche, la confisca dell'auto e il ritorno alla fattispecie penale per il rifiuto dell'esame con l'etilometro) attraverso l’estensione del divieto di vendita di alcolici per tutti i locali pubblici dalle 2 di notte e divieto totale di vendita ai minorenni (dagli attuali 16 a 18 anni).
I giovani repubblicani conoscono bene il tragico legame fra sicurezza stradale e abuso di alcolici. Nel 2006 furono 1900 i morti nel fine settimana, 758 con meno di 30 anni (46% guidavano in stato di ebbrezza), per un costo sociale calcolato in 2,5 punti di PIL all’anno.

E’ inutile girare intorno al problema. E’ ora di dire basta!

Ma per i giovani repubblicani la questione è più complicata di quanto appaia la proposta rilanciata da Matteucci: quanto si può limitare la libertà personale (di divertimento) per debellare queste tragedie del fine settimana? Quali risultati si possono ottenere dalla leva della sanzione, senza investire in prevenzione? Essere troppo repressivi, può sviluppare altri comportamenti a rischio (abuso di droghe)?

Da una parte le statistiche indicano che l’inasprimento delle SANZIONI è stata opportuna, e forse andava fatto anni fa. Dal 3 ottobre 2007, da quando è entrata in vigore la Legge 160 sulla sicurezza stradale, gli incidenti sono diminuiti del 12,3% (fonte Polizia Stradale e Asaps). Da quando le sanzioni per chi guida in stato d'ebbrezza sono diventate più severe, sono state introdotte nuove soglie per il superamento dei limiti di velocità ed è stata vietata la vendita degli alcolici nei locali di pubblico intrattenimento dopo le 2 di notte, i lenzuoli bianchi stesi sulle strade sono stati 215 in meno (-22,1% in totale,– 26% fra i giovani). E' come se questa legge avesse salvato la vita di un giovane su 4 rispetto al 2007. Dopo l’entrata in vigore del D.L. 62 (con la previsione di confisca del mezzo per i guidatori “pizzicati” oltre la soglia di 1,5) si nota un ulteriore miglioramento. Nei primi due week end di giugno 2008 le vittime fra gli “under 30” sono state “solo” 20, con un calo addirittura del 62%.

D’altra parte la sanzione è insufficiente senza la giusta PREVENZIONE.
L’inasprimento delle misure sanzionatorie (giunte ormai ai livelli europei) non sono riuscite a debellare il fenomeno, ma hanno “solo” ridotto il numero degli incidenti stradali. Per carità, è un primo, grande passo, verso la soluzione, però rimane aperto è il problema degli insufficienti CONTROLLI SULLE STRADE. Sono stati circa 800 mila i controlli antialcol nel 2007 (quasi il triplo rispetto all’anno precedente), ma il traguardo dei 2 milioni di controlli programmati dal Governo è ancora lontano. Secondo indagini recenti, l’Italia presenta la più bassa percentuale di controlli su strada rispetto alla media europea: siamo a una percentuale di 2,3 controlli all'anno ogni 100 patentati (in Francia si effettuano 7-8 milioni di controlli l'anno). Gli automobilisti italiani “rischiano” di essere fermati una volta ogni 44 anni!

Molto diverso è lo scenario europeo, dove Inghilterra, Francia e Spagna per debellare lo stesso “problema” hanno investito tanto sulla lotta all’alcol: emanando norme severe e aumentando notevolmente i controlli stradali, ma hanno soprattutto promosso POLITICHE DI INFORMAZIONE E DI EDUCAZIONE STRADALE. In Italia siamo ancora fermi al palo. Non sono coinvolte le scuole, nè gli attori sociali. Tutto è relegato a qualche sporadica iniziativa privata dei manager del divertimento, che possono così scaricare le accuse dei detrattori.

Nuove misure per la prevenzione degli incidenti, inoltre, dovrebbero essere potenziate per iniziativa degli Amministratori locali. Mettere a disposizione delle alternative al trasporto privato in automobile, sarebbe una bella rivoluzione. Nella nostra Riviera, i controlli stradali si stanno intensificando, ma una seria politica di “PUBLIC MOBILITY MANAGEMENT” LEGATA AL TURISMO DELLA NOTTE è ancora un miraggio. Servono molti più autobus pubblici, gratuiti, per accompagnare i giovani nei locali, e riportarli a casa, soprattutto a tarda notte quando il pericolo è più alto. Devono poter favorire il “risveglio” dei ragazzi dopo lo sballo e la musica assordante. Sarà banale, ma la prevenzione è efficace solo se si offre una valida alternativa alla “tolleranza zero” nelle strade.

Noi saremo sicuramente dalla parte dei politici che vogliono affrontare il problema, ma non appoggeremo chi intende solo demonizzare, come il solito Giovanardi. Vietare ogni libertà ai giovani non servirà più di tanto e sarebbe l’approccio sbagliato. Se lo Stato non investe sufficienti risorse in prevenzione, la repressione non sarà mai la SOLUZIONE.

La ricetta FGR per ridurre sensibilmente questo fenomeno è un mix equo: giuste sanzioni, almeno 4 milioni di controlli per le strade, e tanta prevenzione contro l’abuso di alcol. Il primo tassello finalmente c’è. Gli altri due elementi costeranno qualcosa in più al Governo e agli Enti Locali, ma sarebbero un segnale inequivocabile che la VITA dei cittadini è una priorità, e che lo Stato intende davvero vincere questa sfida.

Paolo Montesi
Antonio Pugliese