00 22/05/2008 11:43
Crisi alimentare e crisi agricola
La presenza sul territorio di grandi quantità di grano e cereali in genere non è altro che la mutazione di una politica agricola sempre più penalizzante per il nostro paese. Dopo l’eliminazione della barbabietola da zucchero che caratterizzava una coltura redditizia e utile alla rotazione dei terreni per limitare l’affaticamento degli stessi, la produzione italiana si è incentrata principalmente per l’appunto sulla coltivazione cerealicola anche a causa dei grandi abbattimenti di frutteti che di redditizio avevano ben poco.
Il fatto però dell’aumento vertiginoso del costo del grano (duro e tenero) e dei cereali in genere, è da ricondursi alla scarsità degli stessi sia all’interno del nostro paese che all’interno dell’ UE che alle scarse importazione dai paesi extraeuropei che utilizzano tali prodotti per la produzione di “agroenergie”.
E la grande scarsità di tali materie prime, importantissime per la nostra alimentazione, dovrà ben presto essere colmata per evitare una crisi alimentare da “terzo mondo”. Pertanto le superfici coltivate in Italia sembrano troppe e le produzioni troppo elevate ma a conti fatti risultano essere sempre e comunque in deficit rispetto ai fabbisogni nazionali, europei ed extraeuropei.