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Libere riflessioni sul futuro della FGR (pre 13-14 aprile 2008)

Ultimo Aggiornamento: 06/06/2008 14:34
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18/04/2008 18:55

I rapporti con il PRI e la nuova FGR

Il PRI e l’adesione al Popolo delle Libertà


La nostra esperienza politica all’interno della Federazione Giovanile e per molti di noi anche nelle file del PRI è ad un punto di svolta. E’ un momento fondamentale e molto difficile per il Paese. I problemi che affliggono la nostra società sembrano di gran lunga superiori alle capacità della classe dirigente di saper governare il futuro.

In questo scenario politico desolante, lo stato di salute del Partito Repubblicano Italiano è pessimo, ed in graduale peggioramento. Alle elezioni politiche del 13/14 aprile il PRI sarà per la 3° volta consecutiva ospitata nelle liste di Forza Italia, ora Popolo delle Libertà (spostato più a destra e che si propone di rappresentare il PPE in Italia,), con il solo obiettivo di stare in Parlamento e mantenere in vita la struttura nazionale. A nostro avviso, invece, il PRI doveva affrontare le elezioni come un’opportunità per rilanciarsi, occupando lo spazio politico che si sta aprendo fra i due schieramenti maggiori, aggregando forze politiche e della società civile, che potessero costituire l’iniziale nucleo del Polo Liberal-democratico in Italia.

Al contrario, la scelta di aderire al Popolo delle Libertà (soprattutto in caso di vittoria ed eventuali incarichi governativi) metterà il PRI di fronte ad un solo uno scenario: lo scioglimento nello stesso PdL e il definitivo allontanamento dalle posizioni dei liberali democratici europei (ELDR). Un partito che per la terza volta non si presenta con il proprio simbolo, e si riduce ad “elemosinare” 2/3 parlamentari pur di sopravvivere, non ha futuro.
La rinforzata alleanza con la “destra-centro”, che sosterrà per la 5° volta consecutiva un Berlusconi, che oggettivamente per ragioni di età ha un “orizzonte politico ristretto”, a nostro avviso svilisce la proposta politica e la visione dell’impegno politico dei repubblicani.
Dovremmo sostenere con entusiasmo un Popolo delle Libertà, nel quale si trovano personaggi “impresentabili” degni rappresentanti di una destra populista e xenofoba, che non esita a invocare l’uso dei “fucili” per fomentare i peggiori istinti del popolo. Un PdL che fonda i propri programmi su un nazionalismo antiquato (tradotto in rozza “italianità” in economia), protezionistica, che si presenta con priorità programmatiche ascrivibili semmai alla vecchia destra conservatrice, di ispirazione fortemente cattolica ed oscurantista.
La dignità stessa del PRI potrebbe essere ulteriormente calpestata se per rimanere nell’alleanza e sostenere un eventuale ministro o sottosegretario del PRI, questo dovesse significare rinunciare al nostro DNA di partito laico, europeista, liberal-democratico, di forti contenuti sociali e di sicure tradizioni occidentali.

Riteniamo, altresì, gravemente sbagliata la scelta delle candidature, per caso le stesse richieste dal PdL, perché approfondiscono ulteriormente il solco fra il gruppo parlamentare “settantenne” e i giovani che si stanno avvicinando al PRI. Per 13 anni consecutivi (2001-2013) avremo gli stessi 3 rappresentanti in Parlamento, indipendentemente da tutti i cambiamenti della politica, i risultati elettorali e le nuove “esigenze” degli elettori. Noi giovani repubblicani chiediamo da anni un cambiamento di rotta, sottolineando la necessità di proporre nuovi rappresentanti, scommettendo sulla formazione di dirigenti più giovani, magari donne. Avevamo dato ampia fiducia al Segretario nazionale che in più occasioni annunciava di voler rinunciare alla propria candidatura per accelerare il “ricambio generazionale del gruppo dirigente”. Anche questa promessa è stata disattesa.

Questo tipo di accordo elettorale per noi giovani repubblicani assomiglia a una CAPORETTO PRE-ELETTORALE, sul fronte interno ed esterno. E’ una macigno sul nostro impegno politico.
Esternamente, ci ritroviamo un PRI invisibile, impalpabile, appiattito, i cui vecchi “cavalli di battaglia” sono ormai (fortunatamente) patrimonio comune (nucleare, abolizione delle province, Banca del Mezzogiorno, riduzione delle tasse, politica atlantista). Al contempo non sono stati proposti “CONTENUTI” in vista del voto, capaci di caratterizzare il PRI e in grado di risolvere i problemi delle giovani generazioni e del Paese. E’ un PRI in forti difficoltà che non elabora idee e alla fine non può che aggrapparsi all’ospitalità berlusconiana.
Internamente, il famoso ricambio generazionale, in un partito gerontocratico, è rimandato a data da destinarsi, oppure ci viene da pensare non è mai entrato fra le priorità. Un partito che perde voti da 15 anni, che sta elettoralmente scomparendo, ma nel quale non c’è mai un dirigente che si assuma le responsabilità del fallimento non può prendere coscienza della rivoluzione necessaria.

La nostra riflessione sul futuro immediato del PRI, nasce da una situazione generale che mortifica e svilisce l’impegno di giovani attivisti come noi, che nonostante la passione politica non trovano più elementi per sperare in un passato che non vuole passare.
Come possiamo convincere i nostri coetanei ad attivarsi politicamente per un PRI che rifiuta di accettare i cambiamenti della politica, le innovazione richieste da una opinione pubblica sfiduciata dai privilegi della Casta? Come si può chiedere il voto senza avere da 15 anni nuovi candidati, credibili, freschi? Come possiamo intercettare le “generazioni 2.0” se il partito continua a rifiutarsi di utilizzare nuove modalità di dialogo con essi?
Ci ritroviamo con un PRI senza un progetto politico credibile, per il partito e per il Paese.
Senza un minimo ricambio generazionale, senza dignità politica nelle alleanze, senza la minima coesione e coerenza, con l’aggravante di far parte di uno schieramento nel quale noi romagnoli ci sentiamo poco rappresentanti. Perché dovremmo credere che il PdL ottenga quei risultati che ha fallito nella passata esperienza di governo? Perché dovrebbe vincere questa sfida senza più una maggioranza ampia, con le condizioni economiche ulteriormente peggiorate e una recessione mondiale che graverà bruscamente sulla crescita dello sviluppo?

A parere nostro, la stella polare per il PRI a queste elezioni (che consegneranno un governo instabile e protagonista deludente di una legislatura prevedibilmente breve) non doveva essere la rappresentanza in Parlamento o uno strapuntino al governo, ma semplicemente “mettere un altro mattone nella costruzione di un nuovo contenitore politico Liberal-democratico, in cui i repubblicani possano finalmente portare in dote tutti i propri gioielli” (valori, idee, tradizioni, cultura, capacità amministrativa), saldamente ancorato alle posizioni dell’ELDR, capace di motivare l’orgoglio repubblicano svilito e in grado in futuro di superare lo sbarramento che sarà certamente inserito nella nuova legge elettorale. Ma tant’è…

Per i giovani repubblicani dell’Emilia-Romagna, queste scelte segnano una gravissima crisi di fiducia verso il futuro di “questo” PRI.

L’ambizioso progetto di concorrere alla creazione di un nuovo contenitore liberal-democratico, che la FGR ha pubblicamente sostenuto all’ultimo Congresso, ci pare subisca una clamorosa battuta d’arresto.


Ripensare la Federazione Giovanile Repubblicana

Noi interpretiamo l’esperienza nella Federazione Giovanile Repubblicana dell’Emilia-Romagna come un percorso politico, una palestra di idee, aperta, che trova il proprio riferimento nel PRI, ma che non può MAI prescindere da una SOLIDA AUTONOMIA POLITICA dal PRI stesso. Solo un gruppo di giovani attivisti, autonomi nel pensiero e nelle responsabilità può lavorare alla propria crescita e fungere da stimolo propositivo, battagliero e per età spregiudicato, per il proprio partito di riferimento. E’ per questo che pensiamo di assurgere al nostro ruolo di giovani se mettiamo in fila le idee e ragioniamo apertamente sul “futuro” del PRI e della sua Federazione Giovanile.

La critica che ci può essere rivolta è proprio questa: non abbiamo svolto il nostro ruolo di stimolo in questa campagna elettorale, stando completamente in totale silenzio, e accettando acriticamente ogni decisione del PRI.
Almeno iniziamo insieme a ragionare apertamente su quali posizioni assumere nel breve futuro nel caso in cui il governo che scaturirà dalle elezioni non riesca a governare, sulle modifiche di un sistema politico in rapida evoluzione e gestito da dirigenti imbalsamati e inamovibili dal 1992, sulla prossima legge elettorale, sul bipolarismo all’italiana, sulla globalizzazione dei mercati, sulla crescite e lo sviluppo, sulla condizione della scuola, sui diritti individuali e le ingerenze dei fondamentalismi religiosi, sui lacci che strangolano la società e ci privano della libertà e felicità.

Tuttavia, anche questo nostro grande impegno, sostenuto con risorse e supporto dai dirigenti romagnoli del PRI, rischia di non venir valorizzato se la FGR nazionale non riprende al più presto il processo di strutturazione e di rilancio politico, e se il PRI non offre un progetto politico innovativo, alternativo, ambizioso.

In questi anni di intense attività politica la FGR Emilia-Romagna ha sollevato spesso critiche al Segretario nazionale FGR, ma nella nostra mente e nelle nostre iniziative è sempre prevalsa la priorità di far crescere tutta la FGR, condividendo i risultati positivi, collaborando agli organi nazionali e tacendo spesso su deficienze organizzative e divisioni ideologiche.
Oggi quelle inefficienze organizzative e l’incapacità politica dei dirigenti FGR rappresentano un tappo da rimuovere immediatamente. Nessuno vuole perdere altro tempo e rimandare il rilancio politico di cui anche noi vorremmo essere protagonisti a livello nazionale.
La situazione della FGR nazionale è di totale stallo dal momento delle dimissioni del Segretario Postorino. Noi proponiamo nuovamente la celebrazione di un Congresso nazionale, nel quale ripensare radicalmente il ruolo della Federazione Giovanile e rivendicare la sua ASSOLUTA AUTONOMIA dal PRI. Vogliamo rivendicare la nostra idea di progetto politico, che possiamo contribuire a costruire e nel quale speriamo di fare attività nei prossimi 30 anni.

La fiducia verso il modello di Federazione Giovanile Repubblicana (incapace di dirsi autonoma dal PRI) che abbiamo conosciuto sino ad oggi, e’ da considerarsi ESAURITA!!!
La nostra disponibilità a collaborare sull’attuale cammino, a partire dal “Comitato organizzativo nazionale” fallito (come prevedibile) per la scarsa partecipazione delle altre realtà territoriali, non ha condotto a nessun risultato.
Per cui cerchiamo altri giovani repubblicani, intenzionati a cambiar strada, a ripartire con entusiasmo e combattività. Il giorno delle prove si avvicina, e noi vogliamo essere preparati e della partita.

Il problema è come la FGR deve fare politica. La nostra “FGR ideale” deve ripartire da qui:
1) l’obiettivo primario è la crescita di una Federazione Giovanile Repubblicana autonoma, moderna, strutturata a rete, radicata nel territorio, propositiva e dinamica.

2) intendiamo indicare una prospettiva politica al PRI sempre più appiattito sulle posizioni del PdL e che non è in grado di dar vita al progetto del Polo Liberal-democratico, con questa mentalità, logica e le classiche chiusure al nuovo.

3) Chiediamo un Congresso nazionale ”(ri)costituente” da celebrarsi immediatamente, senza perdere altro tempo prezioso, dal quale poter uscire con i seguenti risultati:
Nuova segretaria nazionale: un giovane (meglio se donna), eccellente coordinatore, stimato e in grado di delegare funzioni, in carica per 24 intensissimi mesi;
Direzione nazionale di qualità: composta dai “migliori” elementi, non più di 7 membri (meglio se prevede una quota di genere), che si siano messi in luce in questi anni per capacità e attività. Un gruppo che rappresenti un valido supporto alla Segreteria nazionale. Un gruppo di amici affiatato, affidabile, reattivo (i tempi della politica sono decisivi fra i movimenti giovanili), propositivo, creativo, attivo, e soprattutto coese, nel quale la fiducia e stima reciproca sia il collante;
Assemblea nazionale rappresentativa del territorio e della maggioranza degli iscritti: è il “parlamentino” della Federazione, che approva e vigila sul rispetto del programma di attività. Viene interpellato periodicamente (anche attraverso piattaforme virtuali) sulle questioni politiche, le attività e le problematiche organizzative di grande rilievo. Una assemblea espressione di tutti i circoli sparsi nelle varie regioni, che avranno l’onore a) di coordinare il lavoro sul territorio regionale, proponendo (dinamica bottom-up) le migliori idee alla Segreteria nazionale, e b) di attivare tutti i circoli FGR sulle iniziative e campagne nazionali (dinamica top-down);
Commissioni tematiche nazionali e permanenti: composte da “specialisti e studenti” nei settori a) Scuola e Università; b) diritti civili; c) politica internazionale ed europea.
Risorse finanziarie adeguate: dovrebbero essere “assicurate” inizialmente dal PRI e nel breve periodo attraverso risorse proprie;
Rappresentanza FGR negli organi del PRI: rafforzare la rappresentanza FGR negli organi direttivi nazionali del PRI, per valorizzare le occasione di dialogo e di espressione dei giovani nella vita interna del Partito;
Canali informatici multicanale e sviluppo delle forme moderne di E-democracy: la FGR deve essere moderna e attraente per giovanissimi, quindi l’utilizzo di innovativi sistemi informatici quali strumenti di attività politica deve sempre rappresentare una priorità per la Segreteria nazionale;
Full membership e attività propositiva nel LYMEC: il Congresso di Barcellona dal 1-4 maggio 2008, doveva essere un passaggio fondamentale per l’adesione al movimento dei Giovani Liberali Europei, al quale per i nostri ritardi non potremo partecipare, se non in qualità di osservatori. La prossima segreteria dovrà nominare un responsabile LYMEC, che sappia mettere le questioni legati ai rapporti con altri movimenti giovanili europei ai primi posti nell’agenda FGR:
Nuove alleanze nelle scuole superiori e Università: le rappresentanze studentesche sono il banco di prova per la costruzione di collaborazioni con altri movimenti dell’area liberal-democratica, che dovrebbero prevedere fra gli alleati preferenziali gruppi studenteschi laici e non senz’altro della destra di ispirazione cattolica o sinistra estrema;
Programma delle attività nazionali: il Segretario nazionale otterrà la fiducia dell’Assemblea nazionale sulla base delle attività proposte e sviluppate nel biennio di incarico;

Chiediamo a tutti i membri della FGR nazionale di condividere queste linee guida sul futuro rilancio della FGR, aprendo un dibattito serio sul futuro dei repubblicani, e capire se sussistono basi sulle quali continuare a collaborare.

A nostro avviso l'unica soluzione per dare una scossa alla FGR è indicare una svolta, prendendo le distanze dalle scelte di un PRI conservatore e indisponibile al cambiamento, arroccato su posizioni senza prospettiva e senza coraggio.

“La proposta dei giovani repubblicani dell’Emilia-Romagna è di attivare da SUBITO a livello giovanile l’aggregazione dell’area liberal-democratica, laica, con forti contenuti sociali, e di tradizioni occidentali, che il PRI non riesce a far decollare.”

L’obiettivo è chiaro: il progetto politico deve essere grande, ambizioso, partecipato, aperto ad altre forze liberali, riformiste e radicali che non si riconoscono nel Popolo delle Libertà o nel Partito Democratico.
Inizieremo a costruire con questo obiettivo nelle scuole, all’Università, nei movimenti cittadini.
Ogni occasione per aggregare e progettare un porto per noi giovani repubblicani sarà una strada giusta da percorrere. Muoviamoci a 360° e “costruiamo insieme una nuova casa dei repubblicani”.

Pensare ad un PRI autosufficiente e autonomo è ormai una semplice nostalgia, e noi ne siamo consapevoli. Sin dalle prossime amministrative la FGR Emilia-Romagna chiederà al PRI di far entrare “aria fresca nei circoli dei repubblicani”, e di andare a frequentare nuove sedi.
Vorremmo fare campagne elettorali nelle città su posizioni coerenti e non ridicolamente contrapposte da provincia a provincia, per avviare dall’Emilia-Romagna un modello di aggregazioni politiche moderne, aperte alla società civile e alle forze liberali e produttive del territorio.
Destra e sinistra ci hanno fin troppo usurato, e non ci lasciano il tempo di fare “idee”, di sfruttare pienamente l vantaggio di essere LIBERI e FIERAMENTE PICCOLI.

Ricordate, i repubblicani del futuro siamo NOI e soltanto NOI.
E’ nostro preciso dovere pensare all’impegno dei repubblicani nel 2030.
Se ci mettiamo comodamente in poltrona ad aspettare che sia la dirigenza del PRI a trovare le soluzioni, o ad aspettare il nostro “turno” probabilmente non ci rimarranno che i ricordi.
I nostri dirigenti le loro battaglie le hanno già combattute. Raccogliamo il loro esempio e rimbocchiamoci le maniche. I nostri valori, sono i valori che quei dirigenti ci hanno insegnato. Dimostriamo di essere “uomini liberi” nel PENSIERO e nell’AZIONE.

L’assunzione di questa posizione della FGR-Romagna può apparire rigida, e ci attirerà qualche critica.
Il desiderio di lanciare questa riflessione e critica in questo momento, è forte perché i risultati elettorali potrebbero distorcerne l’intento.
Non vogliamo essere accusati di “boicottaggio”. Ogni giovane repubblicano ha l’intelligenza per votare e fare campagna elettorale per il 13-14 aprile.

La nostra libera riflessione guarda avanti, ma in questa fase cruciale o lottiamo insieme per cambiare radicalmente l’impegno dei repubblicani, partendo da subito nella FGR e continuando la battaglia domani nel PRI, oppure non ha più alcun senso pensare ad una FGR nel futuro di ognuno di noi.


Cambiare o morire…


FGR Emilia-Romagna

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